Gamay del Trasimeno Doc 2016 “C’osa”, Madrevite

PUNTEGGIO: 94/100 WINEMAG.IT. QUALITÀ PREZZO: 5/5

Ci sono legami profondi rimasti inspiegabilmente nascosti, oscuri. Custoditi nelle pieghe dei libri di storia, più che tra le colonne di inchiostro delle pagine, lasciate in testamento ai posteri. È il caso del Gamay del Trasimeno, vitigno della famiglia dei Grenache, diverso da quello di Borgogna. Se ne ha notizia, in Umbria, dalla metà del XV secolo. Col Colli del Trasimeno Doc Gamay 2016 “C’osa” di Madrevite si fa pace coi libri e con la storia. Un’etichetta manifesto di un movimento in crescita, che va ben oltre il marketing. Nel segno della qualità.

LA DEGUSTAZIONE
Rosso rubino luminoso, trasparente, dall’unghia  che tende al rosato. Ampie lacrime segnano come graffi il petto del calice: unico segnale tangibile dei 15 gradi di percentuale d’alcol in volume, che al naso prima e al palato poi, paiono impercettibili e integrati al corredo.

Avvicinando il naso al calice, col passare dei minuti, si comprende la natura estremamente cangiante del nettare: “C’osa” gioca a regalare nuovi sentori ogni 2, 3 minuti. Fino a che la bottiglia svanisce, senza neppure accorgersene.

Il naso si apre sui fiori e sulla frutta. Percezioni ammalianti di rosa e di violetta, unite a croccanti ricordi di ribes e di lampone maturo, anticipano sbuffi leggeri di pepe nero. Giunge in un secondo momento l’agrume, che porta la mente dritta a certi Beaujolais della Moulin à Vent.

Mentre la spezia si fa sempre più viva, ecco avanzare sentori terziari di vaniglia bourbon e liquirizia dolce, così come note di brace e fondo di caffè. Non manca, nel Gamay del Trasimeno di Madrevite, la macchia mediterranea, concentrata tra l’alloro e il rosmarino.

L’assaggio è carico di aspettative, che non vengono deluse. Si evolve come il naso, dalla frutta ai terziari, fino a guadagnare ricordi vegetali. Dal succo alla leggera percezione tannica, in un quadro di perfetta armonia ed equilibrio. A fare da sottofondo, una venatura salina che da un lato tende il sorso, dall’altro rende irresistibile la beva.

Il Colli del Trasimeno Doc “C’Osa” 2016 di Madrevite è un vino moderno, sincero e unico, perfetto per un consumo a tutto pasto, specie se in abbinamento a pietanze a base di carne. Per la precisione dei sentori e l’intrinseca concettualità, si presta a un consumo in solitaria, prima del pasto, condito da chiacchiere e sorrisi. Un vino spensierato, che fa pensare.

LA VINIFICAZIONE
Si tratta dell’etichetta di punta della cantina umbra Madrevite. “C’Osa” 2016 è stato affinato un anno in barrique francesi di secondo passaggio. La commercializzazione è iniziata a 6 mesi dall’imbottigliamento, per consentire al nettare di stabilizzarsi e iniziare a trovare a il suo equilibrio.

A tre anni dalla vendemmia, ottenuta tramite un’attenta selezione delle uve Gamay del Trasimeno raccolte nei vigneti di proprietà della cantina, nell’areale di Castiglione del Lago (PG), il vino si presenta in una interessante fase di pienezza evolutiva.

Il nome Madrevite riprende quello dell’omonimo strumento che veniva usato dai vignaioli umbri per fissare l’usciolo, la porticina frontale delle botti di legno. Un legame con il passato che guida la famiglia Chiucchiurlotto da tre generazioni, a partire dal 2001.

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